Perché la gente si saluta? Forse anticamente milioni di anni fa non lo facevano, si guardavano in cagnesco per intuire se quell’altro era pericoloso. Io non c’ero, ma potremmo chiederlo ad Ötzi mummia di 5000 anni fa o a Lucy scheletro di 3.2 milioni di anni. Chissà se con la tecnologia potremmo risalire a come si salutavano, se qualcun altro esisteva e lo incontravano.
Viaggia con la mente è molto bello e curiosare su internet è anche interessante, con l’idea che non sempre è tutto vero, poniamo il solito nostro punto interrogativo, ma anche fiducia sulle notizie. Cosi ho fatto un giro in rete.
Facciamo una carrellata: Il namastè Indiano o pranam con le mani giunte come la preghiera cattolica messe vicino allo sterno, indicano il collegamento dei chakra delle mani in posizione del chakra del cuore.
Il saluto Zoghista mano destra all’altezza del cuore con il gomito piegato.
Il saluto Cinese chiamato Bao Quan Li e rappresenta l’unione di Yin Yang, rispettivamente il primo raffigura la mano chiusa e il secondo la mano aperta. La mano destra rappresenta lo Yin, la contrazione. Mentre la sinistra rappresenta lo Yang, l’espansione.
La profondità dell’inchino è correlata alla differenza di rango o al livello di rispetto o gratitudine che si vuole esprimere, è molto in uso il porre la mano destra al petto mentre ci si inchinava per rispetto, mentre la sinistra era lasciata lungo il corpo. Inchinarsi è una forma di rispetto anche inginocchiarsi come si fa nelle religioni, ameno che non sia un modo di umiliare se si è forzati.
Nel saluto Arabo, la mano tocca in successione il torace, le labbra e la parte centrale della fronte, poi il gesto si prolunga in avanti, mentre si fa un inchino. Il significato è: “Ti offro il mio cuore, la mia anima e la mia testa”.
Il saluto Romano, ma che si usa anche per avvisare qualcuno con un grido o nel dire ciao, anche Ave era una forma o salve, si mostrava la mano vuota. Anche nelle preghiere si usa Ave come Salve. Il ciao è da schiavi e l’Ave da esseri umani.
Il saluto militare, che consiste nel portare la mano destra al cappello, nasce dal gesto dei cavalieri medievali che, in presenza di un amico o di un superiore, si toglievano l’elmo o ne sollevavano la visiera per farsi riconoscere e mostrare un atteggiamento indifeso, quindi pacifico.
Levarsi il cappello, o a volte anche solo accennare a farlo toccando la tesa, è un gesto convenzionale non verbale molto diffuso in Occidente, soprattutto fra gli uomini. In passato il copricapo poteva segnalare l’appartenenza a un elevato rango sociale e il toglierlo rappresentava un atto di umiltà.
La mano vuota indicava anche che non si avevano armi, quindi in pace. Ma anche visto come il Karate, spiegazione della parola, che rappresenta il combattimento senza armi.
La stretta di mano è un gesto con valenze per lo più di saluto ma che può essere utilizzato anche per indicare ringraziamento, accordo, congratulazioni. Guardate anche gli sportivi che si salutano prima del match, forse dopo sono troppo stanchi o durante si menano.
Si effettua tra due persone che si porgono e afferrano reciprocamente la mano (di norma la destra), effettuando spesso con le mani così unite un movimento più o meno marcato in su e in giù (non sinistra e non andulatorio). È un gesto molto antico e comune a numerose culture, a volte con varianti (per esempio in Nordafrica viene accompagnato dal gesto di portare la mano libera al petto da parte dei due che si stringono la mano). Poi i gesti a forma di balletto.
Adesso il covid ci porta via anche il saluto con il contatto, una delle forme più belle ed importanti di saluto, come il toccarsi e il carezzarsi fino all’abbraccio e al fare le coccole e il sesso. Cosa succede se la mamma non tiene più in braccio il bambino? Quel piccolo crescerà con traumi che lo porteranno ad essere pauroso e cattivo.
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