Ciao.

Siamo legati al concetto che il Sovrano debba avere altri esseri umani come sudditi, collegato alla parola Monarchia della storia. Quando poi ci mettiamo anche la parola Individuale i nostri neuroni vanno in crisi e figuriamoci se ci aggiungiamo Anarchia.

In un mondo in costante cambiamento, la Crescita Evolutiva diventa un faro luminoso che ci guida verso la consapevolezza di noi stessi e della nostra capacità di plasmare attivamente il nostro destino.

La Auto-Sovranità rappresenta il potere e la responsabilità di essere padroni delle proprie scelte, di perseguire i propri obiettivi con determinazione e di vivere in armonia con i valori più profondi del proprio essere e del proprio ecosistema.

Ma se non sei il Re, il Papa (o chi non ha niente) ti adatti ad essere un suddito e ad credere che ci sia qualcuno, in qualche forma di governance (divina o di merito) che possa guidarti o più precisamente condizionarti tramite la tua educazione all’obbedienza o al Credo insegnato, che lui sa farlo e.. tu non vali un ca..o.

Iniziare con lo studio di se stessi, del proprio corpo Emotivo, Mentale e Fisico è fondamentale per non perdersi nella Spiritualità teorica e credulistica delle Religioni o Governance. Portandoci ad odiare di principio le regole o in opposto a diventarne un promotore senza cognizione di causa.

Con la propria venuta al mondo iniziamo un percorso fisico, emotivo e mentale, ma ci educano a sopprimere la nostra voglia di essere curiosi e ribelli, facendoci credere che l’anarchia è sbagliata (dipende se interiore od esteriore), invece mettere in discussione le nostre Credenze ci porta a riconoscere regole obsolete che creano Relazioni stantie e violente.

Se siete in un gruppo di Studio, iniziate con qualcosa e rimanete sempre vigili sulle vostre Buone Relazioni per comprendere il vostro cambiamento.


Sto leggendo un libro.. (ve lo consiglio “Anarchia Quotidina” di Stefan Molyneux) e la A.I. mi da questa sintesi:

  • Sicuramente! “Everyday Anarchy” di Stefan Molyneux è un libro che esplora il concetto di anarchia e il suo ruolo nella vita quotidiana. Ecco una sintesi dei principali punti trattati nel libro:
  • 1. **Definizione di anarchia**: Molyneux inizia definendo l’anarchia non come caos o mancanza di ordine, ma piuttosto come un’organizzazione sociale basata sulla libertà individuale e l’assenza di coercizione governativa.
  • 2. **Anarchia come principio di base**: L’autore sostiene che molte delle attività quotidiane sono basate sull’anarchia, come le transazioni commerciali, le relazioni personali e la creazione di comunità.
  • 3. **Critica al governo**: Molyneux esamina criticamente il ruolo del governo nella società, evidenziando le sue inefficienze, le sue violazioni dei diritti individuali e il suo monopolio sulla forza coercitiva.
  • 4. **Liberazione individuale**: L’anarchia quotidiana promuove l’idea di una maggiore libertà individuale, in cui le persone possono prendere decisioni consapevoli e autonomamente, senza l’ingerenza del governo.
  • 5. **Autodeterminazione e responsabilità**: L’autore sottolinea l’importanza dell’autodeterminazione e della responsabilità personale nell’anarchia quotidiana, incoraggiando le persone a prendere il controllo delle proprie vite e a essere responsabili delle proprie azioni.
  • 6. **Comunità volontarie**: Molyneux esplora il concetto di comunità volontarie, in cui le persone si associano liberamente per raggiungere obiettivi comuni senza coercizione esterna.
  • 7. **Visione positiva dell’anarchia**: Contrariamente alla rappresentazione negativa comunemente associata all’anarchia, l’autore presenta un’immagine positiva e costruttiva di un mondo anarchico in cui le persone collaborano, si supportano a vicenda e vivono in armonia senza la necessità di un’autorità centrale.
  • In sintesi, “Everyday Anarchy” di Stefan Molyneux propone una prospettiva sull’anarchia come principio guida per una vita basata sulla libertà individuale, responsabilità personale e cooperazione volontaria, sfidando le convenzioni sociali e il ruolo tradizionale del governo nella società.

 

Alessandro “cocioale”