Molte volte ci troviamo costretti a riconoscere due fattori importanti: 1) Esistono persone che la pensano come noi. 2) Esistono persone che scrivono meglio di noi. Alla luce di queste considerazioni troviamo sciocco e presuntuoso riscrivere nuovi articoli su concetti già così ben espressi (oltretutto da un amico) quando basta fare un copia incolla dalla pagina FB del Circolo Miani, per avere un quadro esaustivo della nostra (se siamo cittadini fragili) attuale situazione. Vogliamo sottolineare il fatto che i contenuti della pagina del Circolo si sposano perfettamente con il nostro pensiero, e solamente per questo motivo lo rendiamo noto. Era impossibile che il nostro lavoro settimanale durato due mesi e tenutosi negli atri dei civici delle case dei Puffi coinvolgendo centinaia di residenti passasse inosservato (tranne che all’Assesore) alle Tv e ai media.
Un assessore tutto “chiacchiere e distintivo”.
Sarà così che d’ora in poi chiameremo l’attuale assessore ai servizi sociali (le iniziali in minuscolo di rigore) del Comune di Trieste, Tognolli, l’unico e ultimo dei dipiazzisti in servizio permanente effettivo in consiglio comunale.
Le sue comparsate sui giornali, meglio con foto, lo immortalano sempre a convegni de luxe, ai galà autocelebrativi al Politeama Rossetti, ma non disdegna i brindisi alla Galleria Tergesteo.
Sotto la sua gestione e quella parimenti “meritoria” della De Candido, i servizi sociali hanno smesso da tempo di operare sul territorio, chiuse infatti le sedi distaccate, hanno dimostrato scarsa conoscenza dei nuovi compiti affidati loro dalla disastrosa “riforma” che ha cancellato il Reddito/Pensione di Cittadinanza per sostituirlo con quel placebo di nome ADI condannando alla disperazione centinaia di migliaia di famiglie. Hanno esternalizzato a ditte e cooperative i servizi e le mansioni fin qui svolte dagli operatori comunali, e dimostrato scarsissima sensibilità umana e sociale verso i cittadini più fragili ed in difficoltà, oltre a tagliare sensibilmente i contributi economici alle famiglie in difficoltà.
A fronte di periodiche trionfali, quanto inopportunamente offensive ed irrisorie nei confronti dei “poveri”, pubbliche dichiarazioni di aumento dei fondi a bilancio comunale a favore del cosiddetto “Welfare”, e gli analoghi roboanti annunci di quell’assessore regionale a cui evidentemente il “sociale” di cui ha la delega non frega una mazza.
Ma non è che le opposizioni in consiglio comunale a Trieste abbiano brillato per presenza, anzi l’emergenza povertà che attanaglia un terzo delle famiglie triestine e provinciali non compare in alcuna delle loro tante dichiarazioni pubbliche su di una stampa altrettanto cieca e sorda.
Ma è comprensibile: questa politica non ha più, e da tempo, alcun contatto con la realtà del territorio, che riscoprono solo una volta ogni cinque anni quando riempiono le cassette delle lettere, e gli “scovazoni” dove subito finiscono, dei loro santini elettorali.
Ed in quanto al piccolo giornale la cronaca dai quartieri la relega alle pagine di “nera” e del resto non parla, turba infatti quell’immagine da cartolina di Trieste e Muggia propedeutica agli affari dei pochi “amici”.
Per questa politica e stampa la “sicurezza” è solo questione di ordine pubblico come dimostra l’ennesima fotonotizia di oggi.