Ambra De Candido va in pensione

Ambra De Candido va in pensione

Oggi parliamo della dirigenza del Servizio Sociale di Trieste.

Il grado di civiltà di una città si misura attraverso i Servizi e la qualità con cui vengono trattati i bambini e le persone anziane e/o fragili.

Nella parte più bella della mia vita durante la quale non avevo mai sentito parlare di Welfare, Asugi, Politiche Sociali, Assessori, Sindaci, Patronati, Fondazioni etc. perché non ne avevo avuto il bisogno, mi ero creato una visione umanistica relativamente alla Pubblica Amministrazione, anni luce lontana dalla realtà.

Ero, come buona parte dei cittadini in buona fede, condizionato dai ripetuti elogi giornalistici, televisivi, o dalla lettura di altrettanto splendidi siti web (pagati con i soldi nostri). Ero talmente ingenuo da non accorgermi come lavorava e lavora la propaganda, e di quanta avidità, ipocrisia e falsità, sono pieni i politici nostrani e non. Mi era impossibile credere che una società riuscisse ad essere così vile: debole con i forti e forte con i deboli, come poi, nei momenti più critici delle mie fragilità, si è rivelata.  Una società è composta da esseri umani prima, persone (maschere) poi e facenti funzioni (ruoli) infine. Quando e se userò aggettivi qualificativi che possano essere considerati offensivi, questi vanno intesi in quanto rivolti solamente alle ultime due figure.

Due volte ho avuto il piacere di confrontarmi con la dott.ssa Ambra DE CANDIDO (tramite posta elettronica), ovviamente per motivi di disservizio nelle Politiche Sociali e per questioni di carattere economico.

Solo per puntualizzare l’eccezionale modus operandi, serve ricordare che prima di essere degnato di una Sua risposta, ho dovuto prima fare un esposto in Procura elencando il calvario di cui sono stato vittima, al contempo ho dovuto elencare una parte dei disservizi dei (sembra un gioco di parole) Servizi Sociali Triestini.

Nel muro di gomma creato ad hoc da quel genio che ha deciso l’organigramma dei Servizi Sociali (evitando di entrare nelle qualità umane e nella sensibilità che di certo non brilla nei rappresentati della parte alta, e bassa, della piramide con cui mi sono confrontato) di certo si smarrirebbe qualsiasi persona sana e benestante, figuriamoci una persona fragile, ammalata, convalescente e senza soldi.

Partiamo dal primo gradino: una persona fragile deve interloquire con l’assistente sociale di riferimento per qualsivoglia tipo di bisogno. Qui come si usa dire è una questione di culo. Personalmente a volte l’ho avuto, altre meno, altre decisamente no. Su un solo punto però tutte le assistenti erano concordi: c’è poco personale e (come per i nostri politici) non hanno la bacchetta magica per seguirci tutti (visto come apprendono presto?).

Sorge spontanea una risposta ovvia: spiegate alla cima della piramide che manca il personale, se non vi ascoltano scioperate, andate alla TV, fate banchetti in città… Da questo orecchio tutte sembrano sorde.

Poi, quasi a dare ragione a chi le sfrutta, affermano: “Non ci sono soldi”.

Risposta ovvia: spiegate alla cima della piramide che mancano i soldi e che non è compito vostro trovarli, visto che per qualsivoglia tipologia di interesse politico, quando si vuole, si trovano persino per mandare armi all’estero (in un paese che non fa parte della NATO) in barba all’articolo della Costituzione Italiana che recita: “L’Italia ripudia la guerra”.

Tanto per sorridere un po’ va detto che sono previste (bontà loro) anche quelle richieste che vengono definite “urgenze”.  Una persona “normale” con licenza elementare (non serve essere dottoresse) ritiene che con questo termine si intenda, vocabolario alla mano “una necessità impellente” e che proprio per rispettare il significato stesso del termine queste tipologie di problematiche vengano risolte prima delle altre. Nel mondo dei Servizi Sociali di Trieste un “urgenza”, parte dal momento in cui si riesce a un prendere appuntamento (se il telefono funziona), ci si reca nel loro ufficio, si espone il problema e dopo aver presentato una richiesta atta a risolvere l’oggetto dell’urgenza si attende pazienti una risposta (favorevole o meno) che dovrebbe arrivare dopo 30 giorni dalla domanda, tramite servizio postale.

Nei casi più sfortunati, quando nessuno risponde al telefono, o se l’assistente sociale è assente (cosa molto frequente), una segreteria telefonica invita a rivolgersi ad un altro eccezionale Servizio (privato) chiamato Televita.  C’è gente che è morta aspettando la risposta (scherzo naturalmente), ma di certo è utile armarsi di santa pazienza.

Nel mio caso, per anticipare i tempi delle urgenze, (visto che so usare una casella di posta elettronica, e mi chiedo cosa può accadere a chi non sa farlo) se l’assistente sociale non risponde al telefono oppure lo stesso è perennemente occupato, uso infatti per prima cosa mandare sia delle email, dei SMS, e uso pure whatsapp.

Quando (era una delle mie prime esperienze) ho percepito un totale mutismo su tutti i fronti, ma ho trovato la linea di Televita libera, un’operatrice che non era in grado di dirmi nulla, se l’assistente era ammalata, in ferie, morta o che altro, o con quale sostituto potevo conferire per spiegare la mia “urgenza”, mi riferiva di non preoccuparmi e che saranno loro a mandare una email alla mia Assistente Sociale. Grazie al piffero, meno male che c’erano loro, veramente un servizio efficientissimo.

Bisognerebbe spiegare alla cima della piramide che l’urgenza è qualcosa che va risolta subito e che Televita in questo caso è solamente una spesa inutile che il Comune sostiene (con i nostri soldi). Da notare che se li avvisi, invece che ringraziarti e porre rimedio, si offendono pure.

Poi c’è un’altra risposta classica, per toglierti dalle palle: si rivolga alle Fondazioni Benefiche private per ottenere un aiuto economica. Alla quale segue una risposta ovvia (forse poco cortese) che recita: “ma voi che ci state a fare, perché vi paghiamo? Perché non rispettate La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sanciti con la legge 881 e la Costituzione?” Quando poi si hanno le competenze per elencare tutte le violazioni dei Diritti Umani e della Costituzione che esse stesse stanno violando (e per cui potrebbero essere denunciate), si arriva al capolinea.

A quel punto, ammesso che le dottoresse comprendano di cosa stiamo parlando, si viene invitati a rivolgersi ai loro superiori.

“Non sappiamo cosa fare, non è colpa nostra”, rispondono. Non sò cosa dirle, si rivolga al Sindaco o all’Assessore. Senza darti le istruzioni legali sulle modalità per farlo. I comuni mortali e gli enti avrebbero l’obbligo di dare risposta scritta, motivata e firmata entro 30 giorni dalla ricezione della PEC o della copia dell’atto protocollato. Chiaramente non tutte le persone fragili lo sanno e non tutte hanno la forza interiore per resistere, pazientare e rivolgersi alla Procura.

A quel punto DIPIAZZA Roberto e TOGNOLLI Massimo non rispondono alle PEC, nemmeno alle richieste formali protocollate in Comune. Passano la palla (come direbbe GRILLI Carlo ai tempi delle carte burocratiche del Reddito Di Cittadinanza, palleggiate tra Poste Italiane e INPS che lasciarono per 6 mesi i percettori di RDC alla fame) alla meravigliosa signora in odor di pensionamento DE CANDIDO Ambra (che nel frattempo aveva già ricevuto la copia del mio esposto).

Dimostrando grande umanità e senso civico la DE CANDIDO Ambra, relativamente alla mia osservazione che con 540 euro di RDC è impossibile pagare un affitto di 300 euro, le bollette, il cibo, le medicine e Dio non voglia un imprevisto, così testualmente rispose dopo avermi ricordato che negli anni precedenti il Comune aveva stanziato delle cifre “importanti” a mio favore (come se non fosse un loro compito istituzionale):

“A tale proposito le faccio presente che il patto che lei ha sottoscritto per poter percepire il Reddito di Cittadinanza prevede l’utilizzo di tali fondi anche per il pagamento dell’affitto e non certo per usufruire di cure private”.

Non paga in relazione agli “splendidi” servizi erogati da misteriose cooperative Piemontesi ed Emiliane (delle quali non è possibile avere né telefono né alcun modo di comunicare con i responsabili) continua:

“Dispiace infine prendere atto che dal suo punto di vista emerge scarsa fiducia nei servizi pubblici sia sanitari che sociali, tuttavia una buona relazione di aiuto non può prescindere da questo. I suoi problemi avrebbero potuto trovare miglior risposta in una serena collaborazione…”

Mettendo così nero su bianco che è lecito nel Suo modo di applicare la Legge fare una discriminazione tra coloro che segnalano (nel mio caso con spirito di critica costruttiva) le incongruenze dell’operato dei Servizi e coloro che non lo fanno.

E la Magistratura? Archivia.

 

Finalmente arrivano le risposte: Tognolli 2 la vendetta

Finalmente arrivano le risposte: Tognolli 2 la vendetta

Anche questa volta bisogna ricorrere al buon Maurizio e fare un bel copia incolla della pagina FB del Circolo Miani, per avere un quadro esaustivo delle modalità attraverso cui i Servizi Sociali capitanati dall’Assessore già denominato “tutto chiacchiere e distintivo” continuano a prendere per i fondelli i cittadini più deboli. Era impossibile che il nostro lavoro settimanale durato due mesi e tenutosi negli atri dei civici delle case dei Puffi coinvolgendo centinaia di residenti, passasse inosservato anche al Comune, ovviamente per merito dei servizi delle Tv e dei media (che ne hanno evidenziato le lacune). Ma abbiamo già constatato in varie occasioni che far scrollare i sederini dalle loro poltrone ai geniali personaggi che ci amministrano, per portali a toccare con mano quanto bene funzionano le Microaree, il lavoro delle cooperative alle quali affidano i servizi, i portierati etc. è praticamente una “mission Impossible”.  Anche perchè sono abituati a negare persino le richieste di colloquio regolarmente protocollate. Allora cosa potevano fare, come da consolidata tradizione, per salvare la faccia almeno nei riguardi di quei pochi cittadini, privi di pensiero critico che non mettono piede nelle periferie e che vivono con più di 514 euro (almeno dai 2000 in sù) mensili? Mettere nero su bianco sul quotidiano di Trieste quelle fregnacce che Maurizio a sintetizzato nel titolo in grassetto.

Le trombonate di questa politica!

Questi prendono letteralmente per le natiche la nostra comunità, e quel che è peggio la parte più debole e degradata di Trieste.

Grida vendetta al cielo lo sciocchezzaio strombazzato sul sempre compiacente piccolo giornale ieri in merito alla buona intenzione, di cui notoriamente sono lastricate le vie che portano all’inferno, di rifare il campetto di pallacanestro a Borgo San Sergio.

Leggete un po’ qua e poi confrontate con le foto che descrivono il recente successo dell’analoga iniziativa organizzata nel Serpentone di Valmaura, e solo cinque mesi fa.

“Il campo di basket di Borgo San Sergio rinascerà grazie a Pallacanestro Trieste e Fondazione Pittini. L’associazione Il Cuore in Campo Pallacanestro Trieste e la Pallacanestro Trieste annunciano un nuovo progetto di riqualificazione urbana che vedrà protagonista il playground del quartiere Borgo San Sergio. Dopo la rigenerazione del campetto di Valmaura, si rinnova l’impegno verso la comunità locale”.

E poi la chicca finale dell’assessore tutto chiacchiere e distintivo: “Il progetto è un passo importante verso una comunità più accogliente e unita – il commento dell’assessore alle Politiche sociali Massimo Tognolli –. Dopo l’ottimo lavoro svolto a Valmaura, questa iniziativa sottolinea quanto sia essenziale continuare un impegno che va oltre il semplice sport: creare spazi in cui ogni individuo, a prescindere dalle proprie capacità, possa sentirsi partecipe.”

Appunto dopo “l’ottimo lavoro svolto a Valmaura”, dove nelle foto il campo “rigenerato” assomiglia più ad il campo carri armati di Prosecco tra crepe ed avvallamenti che investono ogni metro quadro con l’unica nota positiva delle zolle d’erba che si fanno strada nella spianata di grezzo cemento, “dipinto” e non, impraticabile salvo a rischio e pericolo dei bimbetti ed a poco meno di cinque mesi dall’artistico “taglio del nastro”.

Da notare in due foto l’incombente grave pericolo di una porta di calcio che sta letteralmente per crollare, basta toccarla con un dito, e della discarica di rifiuti che compare subito sotto l’area giochi, nei garage condominiali.

Ultima chicca il sacco di rifiuti sul carrello Famila che campeggia nel “parco giochi”.

Questi cervelloni pensano che il degrado e l’emergenza povertà si risolvono con quattro schizzi di pittura. Cambiate mestiere che è meglio per tutti, e prima sarà meglio sarà!

Tognolli: Solo chiacchiere e distintivo

Tognolli: Solo chiacchiere e distintivo

Molte volte ci troviamo costretti a riconoscere due fattori importanti: 1) Esistono persone che la pensano come noi.   2) Esistono persone che scrivono meglio di noi. Alla luce di queste considerazioni troviamo sciocco e presuntuoso riscrivere nuovi articoli su concetti già così ben espressi (oltretutto da un amico) quando basta fare un copia incolla dalla pagina FB del Circolo Miani, per avere un quadro esaustivo della nostra (se siamo cittadini fragili) attuale situazione. Vogliamo sottolineare il fatto che i contenuti della pagina del Circolo si sposano perfettamente con il nostro pensiero, e solamente per questo motivo lo rendiamo noto. Era impossibile che il nostro lavoro settimanale durato due mesi e tenutosi negli atri dei civici delle case dei Puffi coinvolgendo centinaia di residenti passasse inosservato (tranne che all’Assesore) alle Tv e ai media.

Un assessore tutto “chiacchiere e distintivo”.

Sarà così che d’ora in poi chiameremo l’attuale assessore ai servizi sociali (le iniziali in minuscolo di rigore) del Comune di Trieste, Tognolli, l’unico e ultimo dei dipiazzisti in servizio permanente effettivo in consiglio comunale.

Le sue comparsate sui giornali, meglio con foto, lo immortalano sempre a convegni de luxe, ai galà autocelebrativi al Politeama Rossetti, ma non disdegna i brindisi alla Galleria Tergesteo.

Sotto la sua gestione e quella parimenti “meritoria” della De Candido, i servizi sociali hanno smesso da tempo di operare sul territorio, chiuse infatti le sedi distaccate, hanno dimostrato scarsa conoscenza dei nuovi compiti affidati loro dalla disastrosa “riforma” che ha cancellato il Reddito/Pensione di Cittadinanza per sostituirlo con quel placebo di nome ADI condannando alla disperazione centinaia di migliaia di famiglie. Hanno esternalizzato a ditte e cooperative i servizi e le mansioni fin qui svolte dagli operatori comunali, e dimostrato scarsissima sensibilità umana e sociale verso i cittadini più fragili ed in difficoltà, oltre a tagliare sensibilmente i contributi economici alle famiglie in difficoltà.

A fronte di periodiche trionfali, quanto inopportunamente offensive ed irrisorie nei confronti dei “poveri”, pubbliche dichiarazioni di aumento dei fondi a bilancio comunale a favore del cosiddetto “Welfare”, e gli analoghi roboanti annunci di quell’assessore regionale a cui evidentemente il “sociale” di cui ha la delega non frega una mazza.

Ma non è che le opposizioni in consiglio comunale a Trieste abbiano brillato per presenza, anzi l’emergenza povertà che attanaglia un terzo delle famiglie triestine e provinciali non compare in alcuna delle loro tante dichiarazioni pubbliche su di una stampa altrettanto cieca e sorda.

Ma è comprensibile: questa politica non ha più, e da tempo, alcun contatto con la realtà del territorio, che riscoprono solo una volta ogni cinque anni quando riempiono le cassette delle lettere, e gli “scovazoni” dove subito finiscono, dei loro santini elettorali.

Ed in quanto al piccolo giornale la cronaca dai quartieri la relega alle pagine di “nera” e del resto non parla, turba infatti quell’immagine da cartolina di Trieste e Muggia propedeutica agli affari dei pochi “amici”.

Per questa politica e stampa la “sicurezza” è solo questione di ordine pubblico come dimostra l’ennesima fotonotizia di oggi.

Hanno scoperto anche Valmaura

Hanno scoperto anche Valmaura

Viviamo in un paese dove per avere un appuntamento medico in tempi corretti bisogna andare a “Fuori dal Coro”, idem per liberare una casa occupata. Trieste non è diversa: per cercare di ottenere (in presenza di qualsivoglia problematica), l’attenzione degli organi preposti (visto che a nulla serve nemmeno protocollare formale richiesta comunale per avere udienza), si deve ricorrere a tutti i mezzi di comunicazione per poter rendere edotti i relativi assessorati dei disagi sociali ai quali tutti i cittadini normali devono fare i conti (strade dissestate, case occupate, pensioni e assegni sociali da fame, strutture sanitarie sull’orlo del colasso etc.). Partendo dal presupposto che questa classe politica dovrebbe avere occhi per vedere ciò che non funziona senza bisogno di nessuno, basterebbe uscire da Piazza Grande (detta anche Unità d’Italia) magari a braccetto Sindaco, Tognolli, De Candido e Lodi, fare un giretto turistico per le vie cittadine, magari spingendosi sino a quelle (ben note) periferie che ritornano alla loro memoria dove solo quando torna utile distribuire santini in vista delle elezioni, per vedere da soli, senza bisogno di alcun aiuto, quali interventi ci sarebbero da fare.  Mentre il primo pensa all’Ovovia, il secondo al Politeama Rossetti, la terza alla pensione (sicuramente più alta rispetto a quella delle persone che avrebbe dovuto tutelare), le periferie triestine diventano sempre meno vivibili. Con simili quartetti, la stampa compiacente e la mancanza secolare di “bacchette magiche”, si rischia di portare via (grazie agli agglomerati di Melara, dei Puffi e del Serpentone di Valmaura), in tempo da record i primati di criminalità e degrado di Catania (Librino), Milano (quarto Oggiano), Napoli (Forcella e Scampia). Ma la cosa più incredibile di tali personaggi è la manifesta “chiusura a riccio”, persino al dialogo con quelle poche persone  in cerca di possibili soluzioni. Preferiscono continuare a mentire (sapendo di mentire), con indicibile “faccia di bronzo” tramite tutti i canali possibili (social, TV, stampa) al popolo che (italiota) li ha votati.

Siamo stati notati anche dal quotidiano locale: “Il Piccolo”

Siamo stati notati anche dal quotidiano locale: “Il Piccolo”

Dopo aver invitato inutilmente per otto volte (una per ogni assemblea) la redazione del Piccolo a tutti i nostri incontri, promossi con il Circolo Miani, negli atri dei numeri civici delle case dei Puffi, il nostro quotidiano locale esce con un primo articolo in data 29-12-2024, con un secondo il giorno seguente, con un terzo il  giorno 4-1-2025. Ancora una volta riporteremo testualmente  gli articoli e i relativi commenti tratti dalla pagina FB di Maurizio Fogar (Circolo Miani), perchè non saremmo stati in grado di scriverli meglio e perchè  rispecchiano lo stesso pensiero che tutti noi abbiamo avuto dopo averli letti. Fare informazione è un’altra cosa!

29-12-2024

Roba da matti! Oggi in un fantasmagorico articolo del piccolo giornale si offre una interpretazione poetica del quadrilatero in cemento grezzo di Rozzol Melara, descritto nelle facoltà di Architettura come “classico esempio di stile brutalista”, dove l’allora Iacp mandò a vivere 2500 triestini, portando il nostro ricordo ad una diretta di Rai Tre nelle domeniche sportive presentate a modo suo da Piero Chiambretti, che in altra occasione fu ospite del Circolo Miani con oltre mille persone partecipanti all’incontro. Condotto con la troupe Rai a visitare prima dello stadio Grezar proprio Rozzol Melara, sul tetto del quadrilatero si rivolse ai telespettatori con una simpatica domanda “vorrei proprio sapere chi è lo str..zo che ha progettato questo mostro”, testuale. Lo “str..zo” nell’occasione stava dietro di lui e sorrideva alla telecamera. Una cosa è incredibile: nell’elegiaco articolo-lezione urbanistica l’autore non si sa quanto consapevolmente lo tratteggia così “Collocata in una tradizione di architettura popolare che affratella Laurentino 38 e il Corviale di Roma, le Vele di Scampia e lo Zen di Palermo”. Ovvero alle realtà più alienanti e degradate d’Italia di cui almeno una, le Vele di Scampia, le stanno finalmente abbattendo. Ma al piccolo giornale leggono la stampa nazionale o almeno guardano i TG? Pare di no.

Rozzol Melara ha perso un “fratello”.
“Collocata in una tradizione di architettura popolare che affratella Laurentino 38 e il Corviale di Roma, le Vele di Scampia e lo Zen di Palermo”. Così nello stendere le lodi al progetto di “architettura brutalista” del quadrilatero di Rozzol Melara l’autrice dell’articolo del piccolo giornale dell’altro giorno. Siccome questi “esperti” di urbanistica non leggono neppure i giornali nazionali o vedono i TG, oggi sullo stesso foglio locale è apparsa, a dimostrazione che a casa loro il dito mignolo non sa quello che fa il medio e della stessa mano, la fotonotizia che trovate qui sotto.
Ergo Rozzol Melara è in lutto: è scomparso uno dei quattro “fratelli” citati solo l’altro giorno, e non era per nulla un esempio elogiativo, ma l’autrice del pezzo incredibilmente lo ignorava, dato che gli altri tre sono sempre stati il concentrato del degrado, dell’emarginazione e dominio delle peggiori criminalità organizzate: camorra e mafia in primis.
Ma la sventura più grande per Trieste è avere un piccolo giornale che quotidianamente dimostra di non essere minimamente informato sulle cose che poi pretende di spiegare agli altri: i sempre meno che però pagano un euro e settanta centesimi per simile “informazione”.
Post scriptum. Il nostro articolo “Roba da matti” del 29 dicembre su Rozzol Melara su queste nostre pagine ha superato di slancio gli oltre diecimila (10.000) lettori con oltre cento interazioni e commenti.

30-12-2024

Qui Borgo (San Sergio) la vita ridotta a cronaca nera.
E non deve stupire la scelta di incaricare proprio lo specialista di “nera” del piccolo giornale a stendere la paginata sulle case Ater di Borgo San Sergio.
No, le migliaia di residenti non meritavano proprio questo trattamento e tantomeno questa immagine.
I quattro quinti del servizio sono dedicati ai due recenti casi di incendi, piccoli e subito risolti, che hanno interessato l’area pubblica del rione, e quasi sicuramente dovuti, a sentire i Vigili del Fuoco, ad un lancio sconsiderato di petardi.
Poi nel finale del lungo articolo di “nera” per l’appunto restando in tema si liquidano le oltre trecento famiglie mandate a “vivere” negli otto condomini a 13 piani, definite “palazzine”, in questo modo, e c’è da rabbrividire ed indignarsi a leggere le righe che seguono.
“Borgo San Sergio deve fare dunque i conti con i vandali che si aggirano di giorno e di sera: incendi, furti, danni. Il fenomeno è particolarmente grave nelle “case dei Puffi”, ricettacolo di degrado, spaccio e violenze. In quegli spazi le auto abbandonate sono prese di mira dai teppisti. Alcune sono state distrutte dai rochi, appiccati da ignoti anche recentemente. Ce ne sono varie così, ridotte a relitti consumati dalle fiamme e lasciate in quel modo nei parcheggi dei residenti sotto le finestre delle abitazioni. Alcune delle auto incendiate sono state trasformate in cassonetti delle immondizie: la gente passa e butta la spazzatura oltre le finestre in frantumi, dentro gli abitacoli anneriti.
Le vetture lasciate in quelle condizioni, insieme alla sporcizia circostante e alle scritte dappertutto, calcano ancora di più quello stigma di periferia dimenticata che la zona delle “case dei Puffi”, da anni, non riesce a scrollarsi.”
E solo sull’ultima riga ci sentiamo di condividere (“stigma di periferia dimenticata che la zona delle “case dei Puffi”, da anni, non riesce a scrollarsi.) quanto scritto ma d’altronde se l’autore di questo articolo fosse coerente con quanto da lui firmato dovrebbe dimettersi su due piedi dal piccolo giornale. L’unico, e sottolineiamo quell’unico, cosiddetto organo di “informazione” che in otto settimane, quante sono state le assemblee condominiali tenutesi negli otto palazzoni di via Grego promosse dal Circolo Miani e dalla Lega degli Invisibili a cui hanno partecipato un totale di oltre cento famiglie, ci avviciniamo quasi alla metà degli appartamenti attualmente occupati, a non scrivere una riga di resoconto, a non seguire alcuno degli otto incontri, pur sempre invitato.
La Rai regionale ha coperto la notizia con ben due lunghi servizi d’apertura dei suoi TG, idem ha fatto Telequattro, il quotidiano Primorski Dnevnik vi ha dedicato una pagina con richiamo in copertina, Triesteprima due lunghi servizi corredati da esaustive immagini: zero il piccolo giornale. E quando scrive di Borgo lo fa nella maniera odierna, oseremmo dire insultante per le tante brave e civili persone che hanno partecipato alle assemblee dei “Puffi” e di tutte le altre che vivono a Borgo San Sergio.
Ma chi non sa le cose dovrebbe prima informarsi, che poi sarebbe la “professionalità”, il minimo sindacale del mestiere di giornalista.
Il progetto del villaggio di Borgo San Sergio nasce nei primissimi anni Sessanta, ben prima che arrivassero i “Puffi”, apprezzato da mezza Europa, per il modello di civili abitazioni che lo compongono, costruite allora con materiali di prima scelta, con un ufficio periferico dello Iacp sul territorio. Un progetto però rimasto incompiuto, come spesso accade in Italia e particolarmente a Trieste: ovvero tutte le aree comuni, i servizi, i luoghi di aggregazione e ricreazione non furono realizzati, se non parzialmente quaranta/cinquanta anni dopo.
Ci volle l’infaticabile opera profusa dal mai sufficientemente rimpianto prof. e preside della scuola primaria di Borgo, Giancarlo Roli, nel cercare di porvi almeno parziale rimedio trasformando l’unica scuola in un istituto a tempo pieno capace di offrire ai ragazzi un centro di aggregazione.
Le case di via Grego vennero decenni dopo e passarono incompiute a cantiere fallito all’allora Iacp che si mosse per salvare il costruttore Cividin, democristiano di lunga data, dal fallimento. E le vicende sono state raccontate anche nelle riunioni svoltesi in via Grego, perchè sono all’origine del degrado abitativo di quel complesso. Un giornale sempre più piccolo che Trieste non si merita.

04-01-2025

ATER. Cambiano i suonatori ma la musica peggiora.
E se il buongiorno si vede dal mattino allora comincia male il nuovo presidente dell’Ater di Trieste, oddio “nuovo” per modo di dire perchè siede da cinque anni nel Consiglio di Amministrazione dell’Azienda su indicazione di Fratelli d’Italia.
E forse non lo sapete anche giacchè neppure su questo la stampa fa “informazione”, che da decenni l’Ater è uno di quei enti di nomina regionale dove i partiti che vincono prendono tutto, e solitamente vi piazzano a lauto contentino i politici di seconda scelta, quelli quasi sempre che hanno fallito l’elezione.
Mezza paginata abbondante oggi generosamente concessa dal piccolo giornale, fedele al motto di aiutare gli “amici” politici, con intervista a firma del cronista di “nera” del quotidiano locale, dove il “neo” si fa per dire inanella il solito ritornello sulle case dei “Puffi” di via Grego.
Telecamere, forze dell’ordine, portierato sociale, Terzo Settore, mancava la Microarea e l’elenco era completo.
Lo aiutiamo noi che abbiamo concluso sabato 28 dicembre le otto assemblee condominio per condominio, negli atri talvolta devastati anche dai lavori di manutenzione mai ultimati degli stabili. In piedi assieme alle oltre cento famiglie che vi hanno partecipato proprio perchè è stato rifiutato ai residenti l’utilizzo dello spazio del Portierato “sociale” (?), che con la Microarea è stato totalmente bocciato nei giudizi unanimi degli inquilini.
Ma su questa grande, ed aggiungiamo noi ultima opportunità per le istituzioni, a partire proprio dall’Ater, di cogliere questa occasione, intrisa però da scetticismo e sfiducia verso il modus operandi tenuto fino ad ora da Ater, Servizi sociali del Comune e servizi sanitari territoriali, bocciati in toto, creata dal Circolo Miani e dalla Lega degli Invisibili il “neo” presidente non proferisce parola, d’altronde come il piccolo giornale non ne fa cenno: unica redazione locale sempre assente agli incontri.
Ha il sapore di una presa in giro il riconoscere che verso i “vandali” individuati da tempo dall’Ater e da questa mandati a vivere ai Puffi ed al Serpentone di Valmaura, l’Azienda che ne è responsabile anche nella loro permanenza scarichi su terzi, sempre i soliti: polizia, magistratura, l’incombenza di revocare loro l’assegnazione degli appartamenti.
In quanto ai “130” appartamenti vuoti e “necessari di restauro”, a noi risultavano 70 ma evidentemente l’anno nuovo li fa lievitare, essi sono vuoti perchè come ama ripetere il direttore Ater le famiglie quando li ricevono in assegnazione si rifiutano di entrarvi. Un bell’indicatore, nevvero?
Forse “neo” presidente e direttore farebbero bene a parlarsi: hanno la segreteria in comune e le stanze una accanto all’altra, non ci sembra cosa improba.
Il resto è il solito annuncio di installo di telecamere, che se messe rischiano seriamente di durare l’espace d’un matin, burocrazie lunghissime per le manutenzioni: infatti ci sono famiglie senza riscaldamento da oltre un mese come testimoniato da diversi inquilini, e la novità sulle “morosità incolpevoli” con gli affitti che tra canone e spese accessorie vanno dai 350 euro mensili in su.
Qui il “neo” dà il meglio di se stesso citando più volte un fantomatico “Terzo settore” a soluzione del problema povertà e soprattutto disoccupazione, anche per i tanti over Settanta?, dimostrando di ignorare che con questa sigla si indicano esclusivamente le associazioni onlus operanti sul territorio e che già fanno fatica a far fronte alle loro spese di pura gestione (affitti, bollette, ecc).
Servizi sociali e sanitari, lo scriviamo a suo esclusivo uso e consumo, non rientrano infatti nel “Terzo Settore”, come il cronista di “nera” che lo intervistava si è ben guardato dal ricordargli.
E sì, buio pesto al tramonto di questa prima uscita pubblica del “neo” presidente Ater.

Ottava e ultima Assemblea delle case dei Puffi

Ottava e ultima Assemblea delle case dei Puffi

Con l’assemblea di sabato 28 Dicembre (nel cuore delle 13 Notti Sante Steineriane) si è conclusa la prima parte delle nostre fatiche. In pratica, con l’aiuto del Circolo Miani e  in due mesi di lavoro, abbiamo raccolto le segnalazioni di una buona parte dei residenti nonostante la scelta del giorno e dell’orario (tutti i sabati alle ore 10) non sia stata una scelta ottimale.

Mentre la politica si gira dall’altra parte, ed il quotidiano locale tace, abbiamo denunciato l’evidenza che Trieste non è l’immagine della  famiglia del Mulino Bianco che il Sindaco e/o l’Assessore alla Politiche Sociali ama dipingere e divulgare. E’ molto più facile fare finta che tutto vada bene piuttosto che rimediare alle incongruenze politiche e sociali che il cittadino autocritico non può esimersi dall’osservare. Se le bollette aumentano del 30% (per non parlare del caro-vita in generale) non serve essere esperti finanziari per capire che non può bastare l’aumento di 1,80 euro alle pensioni minime per evitare il problema della povertà. Così come, in simili situazioni di emergenza e di povertà quasi assoluta, con tutti i numeri impressionanti di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese e/o a pagare gli affitti (e quindi in stato di morosità incolpevole), non si possono togliere, per il 2025, 500.000 euro di aiuti economici al sociale. Queste elementari considerazioni perchè non arrivano ai nostri Rappresentanti di turno: Dipiazza e Tognolli? Come pensano (visto che siamo certi che anche loro sono in grado di discernere) di porre rimedio? Sono queste le domande che i cittadini fragili si pongono e alle quali bisogna dare risposta! Non si possono pensare solo alle ovovie e agli alberi di Natale, in queste situazioni di degrado e di criminalità in costante aumento esponenziale.
Ringraziamo nuovamente il Primorski Dnevnik, il Piccolo, Rai3 Regione e Telequattro per l’attenzione che ci è stata riservata. Ringraziamo in modo particolare Trieste Prima che, anche in questa occasione, con un esautivo articolo di Luigi Putiniano (che faceva seguito a quello di pochi incontri indietro) ha dimostrato una forte sensibilità alle nostre denuncie, nell’interesse colletivo della nostra città.

https://www.triesteprima.it/cronaca/degrado-case-dei-puffi-borgo.html

 

Quando ci viene detto che non si sapeva…  10 anni di servizi di tele4

Quando ci viene detto che non si sapeva… 10 anni di servizi di tele4

31/03/2020 - CASE DEI PUFFI, IL MISTERO DELLE MASCHERINE
AUTO ABBANDONATE ALLE CASE DEI PUFFI: PARTITA LA RIMOZIONE | 22/12/2020
DEIEZIONI, SPORCIZIA E ODORI MOLESTI: LE SEGNALAZIONI A BORGO  | 05/01/2023
CASE DEI PUFFI, L'AREA VERDE E' TERRA DI NESSUNO
DEGRADO A VALMAURA E ALLE CASE DEI PUFFI: I RESIDENTI 'SITUAZIONE INSOSTENIBILE' | 03/03/2023
18/03/2015 - CASE DEI PUFFI TRA SCRAFAGGI E INIZIATIVE BLOCCATE

Spesso ci sentiamo dire dalle assistenti sociali in sù “ma noi non lo sapevamo”. Abbiamo fatto una ricerca su quanti servizi Tele4 ha riservato alle case dei Puffi (6 senza contare l’ultimo di data 14 dicembre 2024 che merita uno spazio a parte). Li potete guardare tutti (tranne l’ultimo) in questo servizio. Partendo dalla prima cronaca del lontano 2015, se mai fosse stato possibile, la situazione è riuscita persino (alla faccia delle tante belle dichiarazioni) a peggiorare. Gli Assessori alle Poliche Sociali coinvolti (nell’ultimo decennio) e i loro Sindaci hanno sempre affermato che “tutto funziona bene” (servizi, assistenti sociali, micrearee, portierati etc.) per ricordarsi che esistono i “ghetti” (350 famiglie che chiedono soluzioni da 10 anni) solo quando servono voti. Quando la poltrona, sotto alle flacidde chiappie, inizia a scricchiolare. Solo questa amministrazione (che forse non ha la televisione) può essere così inadeguata da tagliare al Sociale (nel 2025) 500.000 euro in momenti così drammatici, quando la morosità incolpevole è destinata a coinvolgere il 50% dei residenti. L’importante è andare tutti INSIEME a festeggiare al Politeama Rossetti gli eclatanti risultati del welfare di casa nostra… Peccato che nessun rappresentante del Comune abbia mai voluto essere presente alle nostre assemblee in modo da verificare in prima persona e sul campo quanto bene funzionano i Servizi Sociali triestini. Chissa mai perchè?…

Tanto per far notare come stridono con la realtà le parole (e le promesse) del nuovo Assessore alle Politice Sociali aggiungiamo il video sottostante. Sottolineiamo i doverosi ringraziamenti al Sinaco in carica e all’uscente “amico” Assessore Carlo Grilli che, visti i meriti sul campo (6 mesi senza Reddito di Cittadinanza per gli aventi diritto), non poteva fare altro che un salto di qualità e finire in Regione. Interessante anche l’annunciata “priorità all’ascolto delle persone” che nemmeno con formale richiesta protocollata siamo riusciti ad ottenere. Un inguaribile ottimista che, dopo aver dirottato i richiedenti alle Fondazioni Private per i pagamenti arretrati dei canoni di locazione ATER, le quali hanno rispedito le persone al punto di partenza (le assistenti sociali) avvisando gli utenti che non pagheranno più nessun affitto ATER, permette che vengano tolti dal bilancio del 2025 la misera cifra di 500.000 euro. Quando almeno la metà dei residenti delle case dei Puffi (magnifico comprensorio supportato a regola d’arte dalla Microarea e dal Portierato di competenza) si ritrova nella posizione di morosità incolpevole. Siamo certi però che si troverà il modo di portare a compimento anche la terza edizione di INSIEME al Politeama Rossetti.

Caro Assessore venga a trovarci tanto per capire cosa significhi vivere in periferia INSIEME…

IL NEO ASSESSORE AL SOCIALE MASSIMO TOGNOLLI: 'PRIORITA' L'ASCOLTO DELLE PERSONE' | 19/04/2023
Ottava e ultima Assemblea delle case dei Puffi

Sempre meno invisibili … sesta assemblea alle case dei Puffi

Come da consuetudine è nostra abitudine ringraziare tutti coloro che dedicano spazio e sensibilità alle problematiche che coinvolgono una parte dei loro concittadini. Tele4 ha realizzato, in occasione della nostra sesta assemblea (di sabato 14 dicembre), questo bel servizio che potete vedere…

'CASE DEI PUFFI' FRA DEGRADO E PAURA: PARLANO I RESIDENTI DI BORGO | 14/12/2024

Dobbiamo sottolinare che non credevamo che questa nostra iniziativa fosse così apprezzata dalla stampa e dalle emittenti televisive locali, visto che TG 3, Tele4, Trieste Prima, Primorsky e il Piccolo (sebbene con piccolo trafiletto non esaustivo) che si sono occupate di noi. A onor del vero non avremmo nemmeno aver avuto mai bisogno di creare la Lega degli Invisibili e di iniziare queste assemblee popolari (che si conclueranno il 28 dicembre) solo per far valere dei diritti umani universalmente e costituzionalmente riconosciuti. Spiace constatare che nonostante le nostre fatiche come direbbe un noto amato Sindaco “cari concittadini…” la nostra bella città prima nel welfare, ha bisogno di una bella ovovia, di tanti bei alberelli di Natale illuminati, di un porto Vecchio (diventato “vivo”) indebitamente sdemanializzato… Mentre l’Assessore alle Politiche Sociali ci rassicura dicendoci (ma togliendo 500.000 euro dal bilancio per il 2025 nonostante l’emergenze derivate dalle morosità incolpevoli) di svolgere un ottimo lavoro (es. manifestazioni al Politeama Rossetti e corsi per anziani relativi all’uso dello SPID) mentre alle nostre rimostranze sui tanti disservizi delle Politiche Sociali (portierati sociali, microaree, assistenti sociali in numero insufficente, cooperative e Televita malfunzionanti, dirottamento verso Fondazioni private che non sono in grado di far fronte a compiti superiori alle loro possibilità)  afferma che a lui risulta che tutto va bene (anche se, parole sue, tutto è migliorabile).

Il Buon Natale dei Servizi Sociali di Trieste

Il Buon Natale dei Servizi Sociali di Trieste

A dimostrazione dell’intelligenza dimostrata nell’affrontare l’emergenza delle “morosità incolpevoli” (già descritta in un precedente articolo), questa amministrazione, sembra una barzelletta, ritiene che la soluzione del problema consista nel tagliare, con il prossimo bilancio del Servizio 500.000 euro di assistenza economica. L’amico Maurizio Fogar (tramite il seguente articolo) ci risparmia anche la fatica di scriverlo.
Così recita l’ultimo articolo del Circolo Miani:
La povertà aumenta ed il Comune taglia i soldi!
Incredibile, a Trieste ma anche a Muggia si riducono i fondi per gli aiuti economici alle persone in difficoltà (morosità incolpevoli, bollette energetiche, accidenti domestici, riscaldamento, beni di prima necessità, ecc).
Tutti gli indicatori danno nel nostro Paese e soprattutto nel Friuli Venezia Giulia numeri drammatici sull’aumento della povertà, su sempre più famiglie che non ce la fanno più a sopravvivere e figurarsi a coloro che abbisognino di cure mediche.
A fronte di questi numeri devastanti (l’Inps da solo ha fornito le statistiche a Maurizio Fogar che le ha chieste, gli altri, tutti gli altri invece nisba, che attestano l’erogazione di sussidi previdenziali sotto, ampiamente sotto, i 600 euro mensili ad un terzo dei residenti della nostra provincia) cosa annuncia l’ineffabile assessore ai servizi sociali (le iniziali di rigore in minuscolo) del Comune di Trieste? Che nel prossimo bilancio del servizio saranno ulteriormente tagliati i fondi per gli aiuti: “Prevista una riduzione di 500 mila euro di quota per l’assistenza economica.” come riporta oggi la stampa locale.
Ed in un quadro dove le Fondazione benefiche private non ce la fanno più a fare fronte ad aiuti che invece dovevano essere erogati dal Comune. Un inverecondo scaricabarile sulla pelle dei più fragili.
Rendiamoci conto di quale meraviglioso 2025 questi amministratori ci stanno riservando…
Politiche Sociali e Protocolli

Politiche Sociali e Protocolli

Alcuni amici ci chiedono, (spendendo parole di elogio per l’Assessore alle Politiche Sociali Massimo Tognolli), come mai non abbiamo sottoposto a lui, sul nascere, le nostre problematiche e rimostranze.

Partendo dal presupposto che a livello umano non ho mai provato nessuna antipatia verso i nostri Assessori alle Politiche Sociali, devo invece oggettivamente far notare che, sul loro modus operandi (mi fermo agli ultimi due), ci sarebbero molte cose disdicevoli da dire. Un ex barista che passa la palla all’INPS (del semestre durante il quale gli aventi diritto al Reddito di Cittadinanza non hanno percepito nulla) e un musicista che promuove spettacoli al Politeama Rossetti, nel mentre la gente muore di fame sono rappresentanti perlomeno “inadatti” al delicato, e certamente non semplice ruolo, che l’Assessore alle Politiche Sociali ha. Per sentire, percepire e vivere veramente i disagi dei quartieri popolari, della sanità, e delle pensioni minime, bisogna purtroppo appartenere a queste categorie di persone.

Per rispondere agli amici che si sono posti la domanda di cui sopra, ci teniamo a precisare che:

Abbiamo protocollato in data 14 agosto del 2023 al Comune di Trieste una formale richiesta di incontro rimasta a tutt’oggi (novembre 2024) senza alcuna risposta.

Il giorno 17 ottobre dello stesso anno ho segnalato all’Assessore l’urgenza e l’importanza di alcuni dei contenuti da rendere noti in questo futuro ed auspicabile incontro istituzionale sulla sua pagina facebook. Parlavo dei problemi della Microarea delle case dei Puffi e del fatto che non ho avuto alcuna risposta alla mia richiesta di incontro.

Evidenziando il locale malcostume di rispondere sui social (per poi eliminare eventuali voci fuori dal coro) piuttosto che rispettare ciò che la legge prevede, l’Assessore relativamente alla mancata risposta alla mia richiesta regolarmente protocollata mi scrive testualmente:

“Tutte le richieste di colloquio che mi sono pervenute sono state esaminate e valutate dai miei uffici”.

In relazione alla scarsa funzionalità della Microarea di Borgo San Sergio e delle altre in generale:

“Per quanto riguarda Microaree, ho ritorni diversi e assai positivi”.

Da queste frasi appare evidente che coloro che valutano ed esaminano le richieste di colloquio dell’Assessore dispongono del dono della chiaroveggenza. In quanto tutte le argomentazioni relative alle nostre segnalazioni, erano talmente vaste da render quasi impossibile stilare un elenco e metterlo nero su bianco, nella richiesta stessa.

Partendo dal presupposto che non posso aver sperimentato la funzionalità di tutte le microaree, io avrei (se mi fosse stato concesso) illustrato perché, perlomeno a Borgo San Sergio, i ritorni non potevano e non possono di certo oggettivamente essere definiti positivi.

Spero di essere stato esaustivo.

 

 

 

Alla terza assemblea anche il Piccolo si è accorto di noi

Alla terza assemblea anche il Piccolo si è accorto di noi

Alla nostra terza assemblea pubblica anche il Piccolo si è accorto di noi e di quello che facciamo. E’ sempre nostra premura ringraziarlo. Tra le testate che lo hanno preceduto, il nostro quotidiano è stato quello che senza ombra di dubbio ci ha riservato minor spazio. Francamente credevamo che ai lettori del Piccolo probabilmente sarebbe stato gradito comprendere meglio tutto ciò che stiamo facendo e ci rendiamo sin d’ora pronti e disponibili a dare maggiori informazioni alla redazione se quest’ultima lo ritenesse necessario.

Cercasi medium per contatto urgente

Cercasi medium per contatto urgente

Francamente dopo le nostre prime due assemblee, pensavamo che peggio di così non poteva andare e che altre problematiche oltre a quelle già ampliamente descritte negli articoli precedenti non potessero emergere. Ma come recita un vecchio detto: “al peggio non c’è mai fine”.

Ora parleremo di una particolare situazione che, seppur nella sua macabra tragicità, può far sorridere il lettore. All’inizio di questo mese (novembre 2024) veniva affisso sulla porta d’ingresso di un residente del civico n. 38 un invito che recitava testualmente: “Si invita l’occupante a presentarsi entro 15 giorni presso l’unità operativa inquilinato in piazza Foraggi dell’ATER a scanso di decadenza e sgombro forzoso dell’alloggio”.  Come confermato da un residente che vuole mantenere l’anonimato, la signora che viveva nell’appartamento è deceduta qualche mese fa.

Ora risulta difficile credere a un qualunque lettore del Piccolo che in un comprensorio così funzionale, come viene descritto dall’Assessore alle Politiche Sociali, con Microarea, Portierato Sociale, campi giochi, e con un andirivieni di Assistenti Sociali, l’ATER non fosse a conoscenza della morte della signora. Eppure, alla luce dei fatti, così sembra…

 

 

Residence cantine dei Puffi

Residence cantine dei Puffi

Francamente dopo le nostre prime due assemblee, pensavamo che peggio di così non poteva andare e che altre problematiche oltre a quelle già ampliamente descritte negli articoli precedenti non potessero emergere. Ma come recita un vecchio detto: “al peggio non c’è mai fine”. I problemi relativi alle cantine di ogni numero civico (porte d’ingresso rotte, serrature non sostituite e masseria varia sparsa qua e là), sono da sempre stati una spina nel fianco per gli inquilini. Veniamo a conoscenza di ulteriori situazioni incredibili da inserire nella già lunghissima lista delle preoccupazioni dei residenti. Nello specifico parliamo della porta principale (che dà accesso a tutte le cantine di metà palazzo) del civico n. 38 forzata e senza serratura, oltre ad un numero imprecisato di cantine aperte e senza lucchetto trasformate in dormitori di fortuna da ignoti.  Per sentito dire (non abbiamo per ora certezza documentale) sembra che sia l’ATER che i Carabinieri siano stati messi a conoscenza della situazione da parte di alcuni residenti. Gli inquilini temono che questo fenomeno possa trovarsi in una fase di crescita esponenziale, anche perché è stato riscontrato un ulteriore tentativo di scasso della porta d’ingresso alle cantine anche in un altro numero civico. La paura di tutti è quella di ritrovarsi con le cantine occupate da barboni, vagabondi, migranti etc. oltre al timore di non poter, in caso di necessità, accedere in sicurezza alle proprie cantine.

La gestione dell’immigrazione da parte di questa Amministrazione è pari alla logica con cui i Servizi sociali hanno risolto il problema delle morosità incolpevoli: invitando i richiedenti a rivolgersi alle Fondazioni Private (ne abbiamo già parlato in un precedente articolo). Con analoga superficialità, in questo periodo, vengono sgombrati i luoghi dove i migranti sono soliti dormire, senza porsi la domanda di come questa minoranza cercherà di risolvere il loro problema. Per una forma di comprensibile egoismo i residenti dei Puffi si augurano di non dover prendere il posto che i Servizi Sociali hanno riservato alle Fondazioni Private.

O il vitto, o l’affitto…

O il vitto, o l’affitto…

Eccoci arrivati al capolinea. Se vogliamo pagare con le nostre pensioni affitti e bollette, questa sarà la nostra spesa quotidiana. Sempre che non si debba lottare fisicamente per un tozzo di pane con qualcuno più forte di noi.  Il geniale operato dell’Assessore Tognolli e del nostro amato Sindaco unito agli sforzi di tutta la politica locale e non, per risolvere il problema del caro affitti hanno ben pensato di non fare nessuna azione atta a reperire fondi per le morosità incolpevoli. Ma hanno invece incaricato le quasi introvabili Assistenti Sociali (costantemente occupate anche a causa della carenza di personale) di dirottare i richiedenti alle Fondazioni Private. Come si poteva pensare che la soluzione del problema del caro affitti possa essere risolto semplicemente spostando sulle Fondazioni Private oneri di competenza dei così detti Servizi Sociali (che nemmeno possiamo più definirli tali)? Infatti è di questi giorni la notizia che Le Fondazioni Casali e Migliavacca (per certo e presumiamo anche le altre) hanno deciso di interrompere ogni pagamento relativo ai canoni ATER. Il risultato ottenuto dalla genialità dei nostri Amministratori è, in pratica, quello di far ritornare tutte le persone in difficoltà dall’Assistente Sociale esattamente come sei sette mesi prima. Ma stavolta con un debito maggiore. E’ già pronta la risposta alle vostre rimostranze: ve la anticipo io (per esperienza diretta). Vi sentirete rispondere che percependo con l’ADI (assegno di inclusione) l’importo del canone d’affitto, il Comune non potrà intervenire onde evitare un danno erariale. Peccato che non interessi a nessuno che dall’importo che si dovrebbe percepire come ADI vengano tolti mensilmente alla fonte gli aiuti della carta acquisti, e che in molti casi (uno di questi è il mio) il canone di affitto è di 90 euro mentre il bollettino complessivamente è di 354 euro. Un buchino di 264 euro mensili… cara Decandido. Sindaco meno ovovie, Assessore meno spettacoli al Politeama Rossetti, fate il lavoro per cui i cittadini vi pagano.

INPS: trattenuta EX ONPI

INPS: trattenuta EX ONPI

L’Opera Nazionale Pensionati d’Italia (ONPI) era un ente pubblico istituito nel 1948 con lo scopo principale di assistere i pensionati italiani.

Gli obiettivi specifici dell’ONPI erano molteplici e includevano:

Istituzione di strutture assistenziali: L’ONPI si occupava di creare e gestire case di riposo, convalescenziari, colonie marine e montane per offrire ai pensionati luoghi di cura e riposo.

Assistenza sanitaria: L’ente forniva ai pensionati cure mediche, chirurgiche, fisioterapiche e termali.

Supporto alle famiglie: L’ONPI si prendeva cura anche dei familiari dei pensionati, offrendo borse di studio ai figli minorenni e assistenza in caso di necessità.

Promozione della mutualità: L’ente incoraggiava la creazione di forme di mutualità tra i pensionati, favorendo lo scambio di esperienze e la creazione di una rete di sostegno. In sostanza, l’ONPI era un’istituzione fondamentale per garantire un tenore di vita dignitoso ai pensionati italiani e per fornire loro un’ampia gamma di servizi assistenziali.

Come ogni cosa utile e rivolta alle persone fragili lo Stato pensò bene di chiudere l’Istituto dopo 30 anni di servizio.

Pur trattandosi di un ente pubblico soppresso il 20 ottobre 1978, tutte le persone pensionate italiane continuano tutt’oggi a pagare mensilmente un’imposta fissa, pari a un centesimo di euro per ogni mensilità (per un totale di 0,13 € all’anno), denominata appunto “ex ONPI”.

Al momento dell’istituzione dell’ONPI (1948) venne stabilito di imporre ai pensionati un contributo obbligatorio fisso di 10 lire per ogni mensilità.

Nel 1958 il contributo obbligatorio a favore dell’ONPI a carico dei pensionati venne raddoppiato a 20 lire mensili. In aggiunta a ciò, nel 1962 venne aggiunto un ulteriore contributo a carico del Fondo per l’adeguamento delle pensioni, stabilito nella misura dello 0,30% dei contributi riscossi dal Fondo medesimo in ciascun anno. A seguito del passaggio di valuta da lira a euro del 1º gennaio 2002, il contributo è sceso a 0,01 €, pari a 19 lire mensili.

A seguito della soppressione dell’ente, dal 1º aprile 1979 al 31 dicembre 1988 (fino al 31 dicembre 1992 per quanto riguarda la Sicilia) le Regioni italiane hanno ricevuto, in proporzione al numero dei pensionati INPS residenti, le assegnazioni dallo Stato per le attività a loro trasferite già svolte dall’ONPI. Dal 1989 il contributo “ex ONPI” venne fatto confluire nel fondo comune regionale (poi ricompreso nel Fondo di Compensazione Interregionale), il quale peraltro venne abolito con la legge finanziaria 2006 e sostituito dalle accise regionali sui carburanti. Pertanto dal 1º gennaio 2006 i fondi “ex ONPI” vengono trattenuti dall’INPS, senza vincolo di destinazione. L’ammontare complessivo del gettito derivante dal contributo “ex ONPI” è stimato in circa tre milioni di euro all’anno nel 2016.

Il contributo “ex ONPI” è stato oggetto di diverse interpellanze parlamentari e regionali e di progetti di legge volti alla sua abolizione, essendo venuta meno la sua finalità residua, ma finora (2024) senza esito. Con una tempestività che solo in Italia può esistere, anche vari politici (pagati di tasca nostra) hanno lavorato per fare un’interrogazione relativa alle trattenute del contributo ex ONPI, riportiamo infatti:

XI Commissione – Resoconto di martedì 14 luglio 2009.

5-01149 Tommaso Foti: Cessazione della trattenuta per il cosiddetto «contributo ex-ONPI».

Silvano MOFFA, presidente, avverte che l’interrogazione in titolo è stata testé sottoscritta dal deputato Vincenzo Antonio Fontana.

Il sottosegretario Pasquale VIESPOLI risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Vincenzo Antonio FONTANA (PdL), cofirmatario dell’interrogazione in titolo, prende atto dell’approfondita risposta del rappresentante del Governo, di cui si dichiara parzialmente soddisfatto, in attesa di conoscere con maggiore puntualità quale sarà il riparto dei fondi in questione in favore delle regioni aventi diritto.

Purtroppo ci è stato impossibile (per nostra incompetenza) reperire l’allegato 3 di cui sopra, ma sapere che almeno 24.000.000 di euro vengono sottratti dalle già minime pensioni popolari (non parliamo di vitalizi) ci fa supporre che abbiamo a che fare con un ente “INTOCCABILE”.